Un tessuto davvero versatile, che, contrariamente a quanto si immagini, non è relegato solo nell’ambito dell’abbigliamento. Il tessuto per jeans trova modo di essere impiegato anche nell’arredamento e nel settore della biancheria per la casa.
Originariamente il tessuto blue jeans era realizzato con un ordito in lino e la trama in cotone: oggi è prevalentemente ricavato dal cotone in combinazione con fibre artificiali. Le sue caratteristiche principali sono robustezza e resistenza, che si uniscono ad una rinomata adattabilità.
Jeans o denim? Storia e differenze
Come si chiama il tessuto dei jeans? Per indicare il materiale di cui sono fatti questi pantaloni, si utilizza il termine denim, ma jeans e denim non sono sempre stati perfettamente sinonimi. Secondo gli storici, la differenza tra denim e jeans va ricercata soprattutto nel colore delle fibre impiegate. Nel denim il filo dell’ordito era blu, mentre quello della trama era bianco o écru, mentre nel jeans trama e ordito erano dello stesso colore, quasi sempre blu.
A confermare la teoria dei colori per il tessuto jeans è un libro considerato un vero e proprio manuale nel campo dei tessuti, “Stample cotton fabrics” di John Hoye, pubblicato in America nel 1942. Il testo si sofferma sul jeans come una saia di cotone, con ordito e trama dello stesso colore, utilizzato all’epoca per confezionare pantaloni, abiti sportivi e anche uniformi per medici e infermieri e per foderare scarpe e stivali. Il denim è, da sempre, più adatto alla confezione di abiti da lavoro pesante.
La storia del tessuto jeans di cotone comincia in Italia e per la precisione a Chieri, in provincia di Torino: qui nel XV secolo veniva prodotto un particolare tipo di fustagno blu, molto resistente, tinto con il guado. Contemporaneamente nella città francese di Nimes si sviluppò la produzione di un tessuto simile, che prese il nome di denim. E il tessuto prodotto a Chieri? Dal Piemonte arrivò nel luogo deputato alla sua commercializzazione, il porto di Genova. Qui la tela veniva utilizzata per produrre i sacchi delle vele delle navi o per coprire le merci del porto. Con il tempo gli americani storpiarono il nome del materiale che era conosciuto come il blu di Genova o meglio, bleu de Genes: nacque così il termine blue jeans.
Jeans tessuto: composizione e caratteristiche
Il denim o tessuto jeans è composto da cotone a struttura serrata, robusto, lavorato su armatura saia, a volte anche su “corda rotta”. Il filato di ordito è un ritorto con la catena tinta, mentre quello di trama è in filato cardato dello stesso colore. Viene prodotto in diversi pesi espressi sempre in “once” (il “classico” è il 14-14,5 once). Sopra questo limite di peso si parla di tessuto denim pesante, al di sotto parliamo di tessuto di jeans leggero.
Per quanto riguarda la composizione del tessuto oggi è molto diffuso il tessuto di jeans elasticizzato che, oltre al cotone, presenta anche un 2 o 3% di elastane. Un tessuto molto comodo pensato per aderire perfettamente al corpo ed esaltare le forme, garantendo la massima libertà di movimento. Il jeans di tessuto leggero stretch è composto di elastane per il 20, 30% ed è utilizzato soprattutto nell’abbigliamento femminile.
Come viene lavorato il tessuto di jeans? Si comincia col districare la fibra di cotone, che viene pulita e mescolata. Si passa poi alla fase di cardatura che serve a separare le fibre e a formare dei grossi cordoni che vengono tirati e ritorti. Le fibre passano ulteriormente in centrifuga e vengono ritorte in modo da formare un filo continuo che viene raccolto su bobine.
Il denim viene tinto quando è ancora filo, prima della tessitura: il colore si depone all’esterno dei fili, attraverso un processo di bagno e ossidazione che lascia l’interno dei fili bianco naturale. I tessuti prendono vita sul telaio: ogni filo passa attraverso un anello, detto liccio, che può essere sollevato e abbassato meccanicamente. Appena confezionato il tessuto jeans è molto rigido e reagisce al primo lavaggio stringendosi del 10-12%.
Il tessuto jeans al metro viene usato per diversi scopi. Principalmente utilizzato per il confezionamento dei caratteristici indumenti noti come “blue jeans”, ma anche per giacche, tute, gonne e accessori, come borse e scarpe, questo tessuto può essere sottoposto a diversi trattamenti per ottenere l’aspetto desiderato: dal semplice lavaggio in acqua al lavaggio con cloro, dal lavaggio con pietra pomice ai lavaggi per conferire al tessuto un colore specifico, come per ottenere il tessuto di jeans bianco. Come si ottengono quindi i diversi colori per tessuti jeans? Con l’aggiunta di cloro al primo lavaggio si ottengono tonalità più chiare (jeans bleached e super-bleached) e, legando il tessuto durante il lavaggio, si ottengono delle chiazze irregolari di colorere (tie-blanched). Per ottenere industrialmente l’effetto di invecchiamento e usura si ricorre al lavaggio con pietre pomici (stone-washed), con il cloro (stone-bleached) o altre sostanze sbiancanti (marmorizzato o Klondyke).
Per simulare ancora meglio l’effetto invecchiamento si può l’effetto used, usando carta vetrata o prodotti chimici sbiancanti solo su alcune parti (jeans used-stone o used-bleached).
Il tessuto jeans ricamato trova spazio nel settore della biancheria per la casa, come tessuto per biancheria da letto, tovaglie, ma anche per ricoprire divani, puff, poltrone e sedie, a seconda dei gusti. Il tessuto jeans trova poi largo impiego anche nel settore industriale, per alcune tipologie di uniformi, per, teloni cerati, tende e tanto altro.